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Viaggio di Itp a Timișoara: la Capitale europea della cultura 2023 punta alla valorizzazione turistica internazionale

Un’opportunità straordinaria per questa città che vanta un grande passato come capitale storica del Banato e oggi come vitale centro multiculturale della Romania. Timișoara insignita del titolo di Capitale Europea della Cultura 2023 guarda con entusiasmo al futuro facendo leva sul turismo internazionale e puntando su attrattori di grande fascino, a partire da quel patrimonio architettonico connotato dalle influenze del Barocco viennese che lentamente si sta riportando all’originario splendore.

Timișoara, il sindaco Dominik Fritz

Timișoara è stata la destinazione di un gruppo di giornalisti di Italian Travel Press accolti dal sindaco Dominik Fritz e dal direttore esecutivo della Capitale Europea della Cultura, Simion Giurca. L’occasione ha rappresentato per Itp un’opportunità coinvolgente per conoscere da vicino i protagonisti della rinascita urbanistica e sociale della città dopo i 44 anni di dominio comunista, finito con la rivoluzione del dicembre 1989 proprio nel cuore di Timișoara e la conseguente caduta di Nicolae Ceaușescu e del suo regime. I segni sono ancora evidenti: i colpi di armi da fuoco sparati sulla gente inerme scesa in piazza per protestare contro una dittatura ormai insostenibile, hanno lasciato tracce in qualche modo indelebili sulle facciate dei palazzi storici non ancora ristrutturati. Così come nelle coscienze delle persone.

Timișoara: il direttore esecutivo della Capitale Europea della Cultura, Simion Giurca
Timișoara: il Memorialul Revolutiei
Timișoara: una sala del Memorialul Revolutiei

Perdendosi nel bel centro storico della città, dove si affacciano edifici preziosi che sono valsi a Timișoara il soprannome di “Piccola Vienna”, la storia si affaccia continuamente agli occhi del visitatore curioso, così come è palese la voglia di dimenticare il buio passato che ha tentato di plasmarla all’indomani della seconda guerra mondiale. Ma “Timișoara non è mai stata una città come le altre – ci racconta Simion Giurca – pur avendo una sorta di status speciale durante la dittatura di Ceaușescu, che la rendeva più ‘libera’ rispetto al resto della Romania, la rivoluzione è partita proprio da qui ed è stato qui che abbiamo dato una spallata al regime”. In quei giorni convulsi del dicembre 1989, a partire dal giorno 16 e sino al 20, quando c’è stata la proclamazione della libertà, Simion era in piazza insieme ad altre centinaia di migliaia di suoi concittadini. Ce lo racconta, non senza commozione, mentre insieme visitiamo il Memorialul Revolutiei, il museo della rivoluzione allestito lì dove c’era una caserma per ricordare il sacrificio delle tante persone che hanno perso la vita (tra cui anche bambini e giovanissimi) in nome dell’ideale più prezioso che c’è: la libertà.

Visitare Timișoara nel momento in cui detiene il titolo di Capitale Europea della Cultura diventa un valore aggiunto, grazie ai tanti eventi proposti e alla curiosa Pepiniera, una torre-vivaio con 1.306 piante ideata dall’Ordine degli Architetti della Romania e installata in Piața Victoriei, uno dei luoghi a maggior carico simbolico della città. Grazie a Simion Giurca è stato possibile visitare anche il Palazzo Episcopale Ortodosso serbo, un vero contenitore di tesori artistici come una preziosa icona del Duecento. Imperdibile il giro con il Tram d’epoca che percorre un circuito ad anello che fiancheggia i tanti parchi urbani di Timișoara (un patrimonio che la rende altrettanto famosa come “Città dei parchi”) così come l’escursione in battello lungo il fiume Timiș, che l’attraversa per sfociare infine nel Danubio, vicino a Belgrado. Ma naturalmente l’approccio più bello è l’escursione nei quartieri Cetate, Iosefin e Fabric, dove si concentra il patrimonio architettonico storico e anche se la maggior parte del quale deve ancora essere completamente restaurato, nulla toglie al fascino di una città disegnata e ridisegnata da quanti nel corso dei secoli l’hanno amministrata o dominata. Compresa l’ingombrante presenza sovietica che ha lasciato in dote grigi “stecconi”, condomini minimalisti dove necessariamente ancora in tanti abitano.

Quel che colpisce è la consapevolezza delle potenzialità di Timișoara, espressa dal giovane sindaco Dominik Fritz (di origine tedesca) che al suo primo mandato sta giocando con decisione la carta della valorizzazione turistica. Peraltro il passato la lega indissolubilmente ad un capitolo condiviso con l’Italia, l’Impero romano: qui c’era infatti l’antico nucleo chiamato Castrum Regium Temi. Tra gli altri luoghi da visitare ci sono la Cattedrale metropolitana ortodossa dedicata a San Basilio, San Gregorio il Teologo e San Giovanni Crisostomo; il Bastione Theresia (quel che resta dell’antica fortezza), il Castello Huniade (al momento si può ammirare soltanto dall’esterno); il Giardino botanico e la scenografica Piata Unirii con la colonna Santa Trinità e splendidi edifici con le facciate color pastello in stile barocco viennese.

Giovanni Bosi

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