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Due presepi a San Pietro per gli 800 anni dal primo presepe di San Francesco a Greccio

Ottocento anni fa, san Francesco d’Assisi volle realizzare il primo presepe della storia del cristianesimo, e Onorio III approvava per i Frati Minori la Regola Bollata. Nel ricordo di questo duplice anniversario, i due presepi di quest’anno, ospitati in Piazza San Pietro e nell’Aula Paolo VI – Sala Nervi, svelati il 9 dicembre, proverranno dalla Valle Reatina nella Diocesi di Rieti.

 

di Roberto Miliacca

La presentazione delle due rappresentazioni della Natività è avvenuta a Roma nella sede della Associazione Civita, alla presenza del vescovo di Rieti,  Vito Piccinonna come ultima tappa di un percorso che aveva visto il 15 dicembre del 2022 la Diocesi di Rieti incaricare nella società Fondaco Italia il coordinamento della realizzazione dei due presepi, nominando curatori Enrico Bressan e Giovanna Zabotti. L’input per le due opere è arrivato direttamente dal Santo Padre Papa Francesco, che nel 2019 si era recato a Greccio dove aveva firmato la lettera apostolica “Admirabile signum” sul significato del presepio.

Il presepe di Piazza San Pietro omaggia Greccio

Il monumentale Presepe in Piazza San Pietro di quest’anno è un omaggio al primo Presepe che fu realizzato da San Francesco a Greccio. La piazza si trasforma in una ideale Greccio, dove intorno alla greppia e al bue e all’asinello, vengono collocati pochi personaggi: quelli che realizzarono il desiderio del Poverello, come il nobile Giovanni Velita e sua moglie Alticama, tre frati compagni del Santo e alcuni pastori. La memoria torna a quanto narrato da Tommaso da Celano, che descrisse il primo presepe vivente della storia. Si è scelto di immaginare quanto avvenne allora attraverso una rappresentazione artistica. La scena vede al centro l’affresco della grotta di Greccio davanti al quale un frate minore celebra la messa, in presenza di san Francesco con in braccio il Bambinello e la Madonna. Accanto San Giuseppe in adorazione e il bue e l’asinello.

La struttura vuole ricordare la roccia del Santuario di Greccio con un simbolico abbraccio al colonnato di Piazza San Pietro ed è collocata sopra a una base ottagonale in ricordo degli ottocento anni dell’evento. Intorno, una vasca dove scorre il fiume Velino con le sue acque che dalla Valle Santa giungono fino a Roma. L’acqua rimanda anche al Cantico delle Creature e alla millenaria storia della valle così ricca di acque, a cui sono legate le vicende delle popolazioni che l’abitano e l’hanno abitata.

Nella rappresentazione si fa riferimento anche ai quattro Santuari francescani e alla città di Rieti. L’istallazione artistica pensata per l’anniversario ha richiesto mesi di lavoro, un grande sforzo economico da parte di sponsor privati, ed è frutto dell’ingegno di uno dei più grandi presepisti al mondo, Francesco Artese, il quale per l’occasione ha lavorato con gli artigiani di Cinecittà ed un altro maestro artigiano presepiale, Antonio Cantone di Napoli. La struttura è stata collocata sopra una base a forma ottagonale che ricorda la roccia del Santuario di Greccio.

E’ lunga 17 metri, larga 9 e alta 7. Davanti ad essa, collocata a terra, è stata inserita una vasca in cui scorre, simbolicamente, il fiume Velino, con al centro la grotta davanti alla quale si scorge la statua di un frate che dice messa, e poi San Francesco con in braccio il Bambinello, la Madonna e San Giuseppe in adorazione a lato della greppia, dietro, invece, si vedono le sagome del bue e dell’asinello. In questo palcoscenico sono state poi inserite altre figure che all’epoca aiutarono San Francesco a dare vita alla sua “opera prima”. La struttura interna è in legno mentre la parte scenografica esterna è in polistirolo trattato e dipinto.

In Aula Paolo VI un presepe in mosaico veneziano

Anche nell’Aula Paolo VI-Sala Nervi, 32mila tessere di mosaico di vetro veneziano narreranno la rappresentazione della nascita di Gesù. Ad accoglierlo, come ottocento anni fa, San Francesco e Santa Chiara che, nonostante non fosse presente nella notte di Greccio, simboleggia la presenza dell’universo femminile del francescanesimo.

Il Bambino è avvolto in un tessuto bianco, mentre una scia azzurra giunge a terra fino ad avvolgere San Francesco inginocchiato con le mani aperte. Essa, nelle intenzioni degli artisti, rappresenta l’acqua sorgente di vita. Quasi dietro al Santo, vi è Santa Chiara, vestita secondo lo stile sobrio delle clarisse con il volto semi coperto da un velo quasi nero e con le vesti di colore violaceo scuro.

Le mani di Santa Chiara sembrano appoggiate a San Francesco. Differenti sono le aureole per evidenziare i diversi ruoli dei personaggi. Le tessere trasparenti ed opache di smalto di vetro veneziano con bordatura in oro giallo liscio per il Bambino, la Madonna e San Giuseppe. Le tessere trasparenti ed opache di smalto di vetro veneziano con bordatura in oro bianco per San Francesco e Santa Chiara. Il viso del Bambino è piccolo e luminoso, Maria indossa un mantello blu, al suo interno si scorgono le stelle a rappresentare l’infinito, la veste è rossa. Le mani della Madonna sorreggono il Bambino per presentarlo al mondo. San Giuseppe ha gli abiti color della terra. L’opera è realizzata dall’artista del mosaico Alessandro Serena di Spilimbergo (Pordenone).

Un’opera corale di molte aziende private

le aziende che hanno partecipato alla realizzazione dei presepi vaticani di Roma c’è la Orsoni Venezia 1888, che ha affiancato Fondaco Italia, ideatrice e curatrice del progetto legato alla natività presso la Santa Sede. L’unica fornace a fuoco vivo a Venezia – che utilizza le stesse tecniche dal 1888 per produrre mosaici in foglia d’oro 24 carati, ori colorati e smalti in più di 3.500 colori, dai rossi imperiali ai blu Madonna fino ad una gamma che conta più di 120 toni differenti per i colori degli incarnati – ha realizzato le tessere per il presepe in Sala Nervi – in allestimento in questi giorni – che sarà svelato il 9 dicembre: 4,5 mq di smalti di cui il 5% di tessere in foglia d’oro 24 carati.

La tradizione musiva – spiega Riccardo Bisazza, presidente di Orsoni Venezia 1888 – è uno degli elementi dei luoghi di culto della cristianità, ha giocato un ruolo cruciale nell’arte sacra, trasmettendo la fede attraverso la bellezza visiva e contribuendo a creare luoghi sacri che ispirano la devozione e la contemplazione. Da secoli, i mosaici raccontano in immagini la vita di Gesù e dei Santi: quelli della Natività sono tra i più diffusi al mondo. Roma è un esempio straordinario di questa tradizione, basti pensare al presepe musivo del XIV secolo di Pietro Cavallini Santa Maria in Trastevere, al mosaico della Natività, ispirato al presepe di Arnolfo di Cambio a Santa Maria Maggiore e a quello presente nella Necropoli vaticana che ritrae Gesù come Sol Invictus, forse la prima icona che lega la sua nascita al 25 dicembre.”

Siamo lieti di tornare a Roma – continua il presidente della fornace veneziana – dove abbiamo già collaborato a un importante restauro della Basilica di San Pietro, e di ritrovare il Santo Padre che, nel 2018, inaugurò a Bucarest la nuova Cattedrale della Salvezza del Popolo per la quale siamo impegnati a realizzare le tessere di mosaico che un team di 70 mosaicisti sta utilizzando per la decorazione dell’interno della cattedrale ortodossa più grande al mondo. Il presepe di San Francesco in Sala Nervi, creato dalle mani sapienti del Maestro mosaicista Alessandro Serena accompagnerà le prossime festività e sarà visto in tutto il mondo durante le dirette dal Vaticano; siamo orgogliosi di aver contribuito al progetto di Fondaco Italia con i mosaici veneziani che testimoniano un’eccellenza Made in Italy unica al mondo”

Il progetto realizzato per l’Aula Paolo VI in Vaticano è una chiara dimostrazione di come la tecnica del mosaico non conosca il trascorrere del tempo e sia capace di restituire, grazie alla brillantezza delle tessere vitree e all’estensione dei toni di colori che la fornace Orsoni produce, il volume dei volti e il chiaro scuro dei panneggi rendendo viva e vibrante questa piccola opera d’arte sacra. Per realizzare il presepe sono state utilizzate tessere di mosaico in smalto (il vetro viene colorato in pasta grazie ad ossidi minerali) e in foglia d’oro 24 carati, le due produzioni che la storica fornace porta avanti da oltre un secolo secondo l’antica tecnica bizantina.

Lighting Designer è stata Margherita Suss – Gms Studio Associato, Milano. L’illuminazione del presepe in Piazza San Pietro è stata affidata a iGuzzini.

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