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Viaggio nella dolcezza di una grande storia d’impresa: Perugina

testo e foto di Giovanni Stefani

Di imprese l’Italia è piena: ricche di storia, di ingegno e di coraggio. Imprese che sono la spina dorsale dell’economia: danno lavoro a milioni di famiglie, portano i prodotti all’estero, contribuiscono a far grande il nome dell’Italia. Ma ci sono imprese che hanno anche qualcosa in più. E’ il caso della Perugina, un marchio del settore dolciario che ha accompagnato la crescita del nostro Paese lungo tutto il Novecento, non solo per la sua produzione, ma anche per la comunicazione e gli aspetti sociali, fino ad influenzare anche le rotte del turismo.

Viaggio nella dolcezza di una grande storia d’impresa: Perugina

Così, arrivando nel grande stabilimento che a San Sisto, alle porte di Perugia, occupa 850 persone, la Storia la si respira subito, al pari del profumo intenso e dolce del cioccolato. Se i punti vendita ti attraggono irresistibilmente, lo stesso accade per il Museo aziendale: è un viaggio nella storia. Si parte dal primo laboratorio di confetti (anno 1907), si passa alla prima fabbrica a Fontivegge (1915) e alla registrazione dei primi marchi, quelli del cacao. Ma intanto la Grande Guerra porta al fronte gli operai, e sono le donne a prendere il comando, con la guida di una imprenditrice coraggiosa e illuminata: Luisa Spagnoli (proprio quella dei negozi di moda, ma in realtà lei si è occupata di dolci!).

Una volta terminato il conflitto, la manodopera femminile rimane al lavoro, e questo è già un primo atto sovversivo per l’epoca, che voleva il genere femminile solo all’ombra del focolare domestico. Nasce anche l’asilo nido aziendale, a supporto delle operaie, e nel frattempo viene aperto il primo negozio Perugina (1919), viene lanciata la “tavoletta Luisa” (1921) e viene ideato, un po’ per esperienza e un po’ per caso, il prodotto di punta, un cioccolatino (anno 1922) che all’inizio viene battezzato “cazzotto”, poi corretto in “Bacio” da Giovanni Buitoni, partner d’affari e anche di cuore di Luisa. L’invenzione del “cartiglio”, il bigliettino con le frasi d’amore, determina un successo senza confini.

Viaggio nella dolcezza di una grande storia d’impresa: Perugina

A spingerlo, anche azioni promozionali che si rivelano geniali: il concorso a premi abbinato alla trasmissione radiofonica “I Quattro Moschettieri” fa impazzire gli italiani nel 1934, in televisione c’è Carosello (prima puntata il 1° febbraio 1957) e Perugina si presenta con pubblicità innovative e molti testimonial importanti, e poi avanti, di novità in novità, fino ai famosi “tubi” del 1981. E’ del 1988 l’ingresso di Perugina nel gruppo internazionale Nestlè, del 1997 la nascita del Museo Storico, fino alla casa del Cioccolato (anno 2007) dove si possono vedere in azione i Maestri Pasticceri. Ai giorni nostri, l’azienda svaria tra le diverse qualità di cioccolato, coinvolge nella comunicazione artisti di fama e lancia nuovi prodotti.

Perugia, sulla scia di questa presenza industriale così forte, diventa a tutti gli effetti una meta turistica anche come Città del cioccolato, con buona pace dei concorrenti piemontesi, molto forti anch’essi, ma che subiscono fin dai primi anni del secolo scorso la spinta innovatrice di questa azienda umbra diventata famosa nel mondo.

Insomma, visitare lo stabilimento è una passeggiata nei nostri ricordi d’infanzia (per chi ha i capelli bianchi, s’intende) e consente di capire come l’inventiva, la determinazione e il lavoro possono determinare le fortune di un’impresa. Infine, un suggerimento: cercate sulla piattaforma Raiplay la mini serie “Luisa Spagnoli”, un film molto ben fatto con un’altra Luisa, questa volta l’attrice Luisa Ranieri, eccellente interprete di una vicenda umana e imprenditoriale che vale la pena di conoscere.

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